Dobbiamo essere onesti. Molti Persicetani non sanno neanche che esiste e, se lo sanno, non ci sono mai stati. E noi eravamo tra questi.
Siamo un gruppo di lavoratori del Laboratorio Atelier FOMAL che, partecipando ad un progetto per il “sollievo dei caregiver”, abbiamo accettato la proposta dei nostri educatori di visitare, nelle attività del sabato, il Museo Archeologico che si trova dentro alla porta Garibaldi… quella che guarda verso Cento…
Quando gli educatori ce lo dissero pensavamo di aver capito male… il museo dentro alla porta? Forse sarà lì vicino… forse sarà nell’ex caserma dei Carabinieri, forse è in zona stazione… abbiamo capito male… oppure gli educatori, presi da tante cose, si sono sbagliati a scrivere… beh vedrai che in un modo o nell’altro lo troveremo…
Grande fu la sorpresa quando invece abbiamo capito che il museo era proprio lì dentro… dentro alla porta… negli stipiti e nell’architrave… è dentro, sopra al voltone c’è il grande corridoio centrale del museo…
Questa la prima sorpresa… la prima di una lunga serie di sorprese… sì perché quella porta della città in realtà è da poco che è museo… prima era una prigione !!! una galera !!! guardate le finestrelle… una, due, in alcune anche tre grate di ferro molto spesso… lì dentro c’era la prigione, e anzi il museo è proprio nelle celle della prigione, con le porte da prigione, con le scritte da prigione… poi dagli anni ‘60, fino a prima di diventare un museo, è stato un magazzino… ma adesso è un bel museo!
Più piccolo dei musei Vaticani certo sì… ma se poi fosse troppo grande rischierebbe anche di stancarci… è un “gran bel piccolo museo”.
Reperti storici, trovati nelle nostre campagne… reperti romani ! medievali ! rinascimentali !
Un piccolo museo che raccoglie più di 2.000 anni di storia, badate bene, “persicetana”… siamo stati romani, medievali, rinascimentali anche noi.
Uno spettacolo. Tante sorprese.
Anche i nostri educatori non c’erano mai stati… allora per fortuna che ci ha guidati Fabio, grande conoscitore e grande appassionato della materia (noi lo capiamo subito se uno ci mette passione e gli piace quello che fa), che ci ha spiegato tante cose: le centurie romane delle nostre terre, come mangiavano i romani, come per fare il pane esistesse già il Km zero con la macina a mano, come si facevano gli orecchini, come si reggeva il fossato medievale, come si cuocevano i vasi, … che ricchezza le nostre terre e quello che ci hanno restituito.
E lo sapete perché solo qui nel bolognese si chiama “tiro” il pulsante per aprire la porta? Se non lo sapete andate al museo che Fabio (il grande) ve lo spiega… anzi ve lo mostra!
Oppure forse sapete già perché è sempre esistito il “granaio” ma non il “farinaio”? Beh, anche se lo sapete, andateci lo stesso. Merita.
E il sabato di giugno andremo al planetario!!!
Grazie a tutti per queste scoperte sensazionali.
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